
DANIELE MENCARELLI PRESENTA “FAME D’ARIA”
– Presentazione del libro FAME D’ARIA (Mondadori, 2023) di Daniele Mencarelli alla presenza dell’autore –
nell’occasione verrà presentato l’innovativo progetto di cohousing di #PAFVG
relatori
Riccardo RICCARDI
Assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità, delegato alla Protezione civile
Elena BULFONE
Presidente Fondazione Progettoautismo FVG
Enrico BAISERO
Direttore Generale Fondazione Progettoautismo FVG
modera
Monica BERTARELLI
Giornalista
DANIELE MENCARELLI
Poeta e narratore, nasce a Roma nel 1974. Vive ad Ariccia.
La sua ultima raccolta poetica è Tempo circolare (poesie 2019-1997), peQuod, 2019. Del 2018 è il suo romanzo d’esordio, La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima). Nel 2020 esce Tutto chiede salvezza, Mondadori (finalista al premio Strega, vincitore del premio Strega Giovani, vincitore del premio Segafredo Zanetti-un libro un film, vincitore del premio Anima per il sociale). Da questo romanzo è tratta per Netflix la serie omonima, con regia di Francesco Bruni.
Con Sempre tornare (Mondadori, 2021, premio Flaiano per la narrativa) lo scrittore chiude la sua ideale trilogia autobiografica. Nell’aprile del 2022 è andata in scena al Centro Teatrale Bresciano, con la regia di Piero Maccarinelli, la sua prima opera teatrale: Agnello di Dio, che ora si appresta a girare i teatri d’Italia. Collabora scrivendo di cultura e società con quotidiani e riviste.
FAME D’ARIA
Quarto romanzo di Daniele Mencarelli, dopo “La casa degli sguardi”, “Tutto chiede salvezza” (finalista al Premio Strega, con cui vince il Premio Strega Giovani nel 2020) e “Sempre tornare”.
Mencarelli con questo ultimo racconto adulto si distacca dall’autobiografismo, ma continua ad avere un solo desiderio: “sempre lo stesso: avverare la scrittura” dice lo stesso autore che in un certo senso riparte proprio dal terzo libro. In “Sempre tornare”, infatti, il protagonista del romanzo era per strada in un viaggio di ritorno verso casa. Ed è dalla strada che i personaggi e la scrittura di “Fame d’aria”, riprendono idealmente il cammino. Solo che il protagonista non è più il ragazzo Daniele – con cui si è conclusa la trilogia nella quale giovinezza e disagio giovanile hanno un ruolo centrale – ma è Pietro, un uomo, un padre indignato e triste che ha a che fare con suo figlio Jacopo, autistico.
LA TRAMA
“Fame d’aria” è la storia di un padre e di un figlio, in Molise, che durante un viaggio si vedono costretti a una breve sosta in un piccolo paesino, Sant’Anna del Sannio, nell’attesa della riparazione della loro auto. Pietro, il papà, ha cinquant’anni mentre Jacopo, il figlio, ne ha diciotto. Ed è chiaro a tutti il suo grave disturbo.
Genitore e figlio, aiutati dal meccanico Oliviero, vengono ospitati da Agata che gestisce un bar con pensione ormai in disuso. La vita di Pietro e Jacopo nella pensione di quel paesino di pochi abitanti si snoda fra cambi di pannolone del ragazzo, mugugni – unico modo di comunicare di Jacopo – tentativi di farlo mangiare, tenerlo calmo e tanti pensieri intrusivi nella mente di Pietro. A distrarre l’uomo dalla continua richiesta di risposte alla condizione del figlio – e che Pietro vive come una maledizione inflitta da Dio o da chi per lui – c’è Gaia, quarantenne aiutante di Agata che crea un legame profondo con Pietro e gli offre aiuto, fino al punto di salvarlo.
Sarà proprio lei a far dimenticare a Pietro, per breve tempo, la responsabilità di essere padre di un disabile. Le giornate alla pensione scorrono nell’attesa di qualcosa: che il meccanico ripari l’auto, che il viaggio riprenda, che arrivi l’ora di mangiare, che le carte di credito di Pietro si sblocchino con l’arrivo dello stipendio per poter pagare meccanico e pensione. E tutto accade sotto lo sguardo indiscreto degli avventori del bar che si chiedono – senza domandare – cosa abbia Jacopo di strano e i chiarimenti di Pietro che spiega “il cosa, il come, il perché” di quella situazione. E quando finalmente arriva il giorno di ripartire, ecco il colpo di scena finale con Gaia che scopre il reale motivo della partenza di padre e figlio, l’intenzione dell’uomo di cambiare quella vita che vita non è.